Stasera tornavo in moto dall’ospedale.
Mia madre è ricoverata, le hanno diagnosticato un tumore al polmone.
Giovedi vedremo quanto seria è la situazione.
Ero su un rettilineo, una temperatura accettabile, il motore che girava basso, ronfando e vibrando. Pulsante come un cuore Vivo.
E ho pensato alla definizione di viaggio.
Io penso che ogni volta che andiamo da un posto all’altro.. beh, stiamo viaggiando.
Il viaggio però non lo decidiamo noi.
Esso ha una sua volontà. Decide lui quando cominciare e quando finire, e noi siamo a volte spettatori inconsapevoli, oppure protagonisti speranzosi.
Dall’ospedale a casa mia è un viaggio, che però si trova dentro a quell’avvenimento che è cominciato lunedì scorso quando ci hanno detto che la radiografia avrebbe richiesto approfondimenti.
So quando è finito il tragitto di stasera: la moto ticchettante e calda che entrava nel box, il clang della serranda che si chiudeva, la pacca sulla sella per fargli capire che ci saremo visti domattina.
Non so quando finirà l’altro percorso, e se lo percorrerò velocemente, e quanta fatica mi costerà.
Quante lacrime, sangue, sudore, vittorie e sconfitte.
La cosa certa è che io non mi basto. So di essere fragile, nella mia forza. So di avere paura, e di aver bisogno di coraggio.
So che quando comincerà a piovere, non la smetterà per un bel pezzo.
E so che avrò bisogno di avere compagni di cammino. A volte solo per girare la testa e vedere che non sono solo, a volte per tenere la mano a chi mi sta di fianco per avere la certezza e il conforto della presenza.
A volte per farmi prendere in braccio e farmi portare.
E se mi guardo indietro, è quello che ha fatto mia madre con me, letteralmente, in senso contrario.
Mi ha portato in braccio.
Mi ha tenuto per mano.
Mi ha indicato la strada, per farmi poi viaggiare da solo.
Ma, alla fine, questo viaggio, In questo Viaggio, da solo non sono mai stato.
Brutto. Molto brutto quando nella vita iniziano questi periodi.
Quando la vita tira un colpo basso si vorrebbe prendere per il collo il padre eterno e urlargli in faccia “PERCHE’?!?!?!?!? PERCHE’, STRONZO?!?!?!”
L’unica speranza è che la vita, in un modo o nell’altro, prima o poi riparta. Purtroppo però ,dopo ogni batosta, non si torna mai più esattamente come prima: ci resta attaccato per sempre un bagaglio di maggiore…”saggezza”, ma anche di disillusione.
Si resta delusi dalla vita, da dio.
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Non è la prima volta che quel Birbone mi tira uno scherzo così.
La prima avevo 13 anni, e nel giro di mezz’ora il mio papà se ne andò, senza neanche salutare.
Allora me la presi con Lui, mi ricordo che mentre sparecchiavo tra le lacrime la parola che mi sentivo, e mi sento ripetere, era “perchè”.
Questo taglio mi ha accompagnato fino a quando ho trovato la risposta a quella domanda, che mi faceva mangiare la vita, rimanendo perennemente insoddisfatto e deluso da ogni esperienza.
Era di nuovo lui, il fetente. Era nostro Signore che si ripresentava nientepopodimeno che come risposta a quella Domanda.
E, negli anni, di dubbio, di verifica, di capire se qualcuno mi prendesse in giro, ho capito che era quella la risposta.
Vedi, noi pensiamo che la nostra vita sarà piena quando tutto andrà bene, e cioè secondo quanto vogliamo noi.
Ma se guardi la tua vita, non è così.
La felicità piena non esiste, o perlomeno.. non resiste. Non dura più di un’ora.
Dopo lo stomaco si svuota, il cuore si slava, e il desiderio si infiamma ancor di più.
La risposta a questo desiderio, fin dall’alba dell’uomo, è stata la divinità.
Qualcosa di lontano e fantastico, che estinguesse la sete di desiderio una volta per tutte.
Un desiderio ben presente ad aborigeni, boscimani, camuni, altamirani… egizi sumeri e tutti quelli che vuoi.
Quando questa risposta ti si fa incontro lo capisci semplicemente perchè è l’unica risposta che, una volta per tutte, tiene.
Non ti fa stare meno male, non ti toglie il dolore. Non guarisce il cancro.
Non agisce insomma come vogliamo noi.
Non ti da quello che vuole, ma soddisfa il bisogno. Il bisogno di senso delle cose.
Il bisogno di avere degli amici veri accanto, talmente veri che ti aiutano a traslocare, a dipingere casa, ti prestano i soldi, ti abbracciano o ti schiaffeggiano, ti sono vicini anche se li deludi.
Tutto questo non è umano. Con un carattere come il mio sarei solo come un cane, come lo ero prima.
Chiuso e orgoglioso della sfiga che mi era caduta addosso.
Adesso invece, in questo travaglio, mi godo l’affetto immenso dei miei Amici, della mia compagnia.
Sbagliata, imperfetta, iraconda e incapace. Ma anche Divina, perchè quando moto, macchine, soldi, carriera…. non contano più niente perchè quello che vuoi è un minuto in più di vita per chi ami… solo qualcosa di Vero può tenere.
Altrimenti la vita è delusione per le promesse non mantenute, per quel desiderio che senti ma che non viene mantenuto:
“O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?”
Scriveva Leopardi sulla tomba di Silvia.
Perchè alla fine, vedi amico mio, ci sono solo due opzioni.
O siamo solo un caso dell’evoluzione su uno qualsiasi dei grumi di terra dell’universo, e ci convinciamo che tutto avviene senza una logica e una volta spente le luci ritorniamo materia organica… oppure così come sentiamo la spinta del respiro e l’aria lo soddisfa, il bisogno di mangiare ed esiste il cibo… il bisogno di amare e ci sono gli altri… potrebbe esistere il Desiderio più grande, quello che niente appaga, e nessuna risposta ad esso?
Se fosse così, perchè una volta incontrata la Risposta, non si riesce più a tornare alle altre risposte? perchè alla fine la vita si riempie di noia, e non bastano tutti i soldi di questo mondo per cancellarla.
Sentirai, pur nel lusso, nella carriera compiuta, nel successo più sfrenato, che non ti basta.
Non ti basta.
Mai.
Io voglio risposte che siano all’altezza di questa domanda, non mi accontento più del
– che sfiga
– sono sempre i migliori quelli che se ne vanno
– bisogna godersi la vita perchè non si sa mai quando succede
– a chi ruba e ammazza vivono cent’anni la brava gente crepa subito
– fa bene chi se ne fotte
– meglio non pensarci, non affezionarsi, non voler bene cosi non si soffre dopo
– si stava meglio quando si stava peggio
– quando c’era lui i treni arrivavano in orario…
minchia che commentone che ho scritto, se arrivi fino in fondo ti pago il primo giro… 🙂
ciao
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Eccome se ho letto fino in fondo!
Il pezzo più bello è stato: “[em]Adesso invece, in questo travaglio, mi godo l’affetto immenso dei miei Amici, della mia compagnia.
Sbagliata, imperfetta, iraconda e incapace. Ma anche Divina, perchè quando moto, macchine, soldi, carriera…. non contano più niente perchè quello che vuoi è un minuto in più di vita per chi ami… solo qualcosa di Vero può tenere.[/em]”
Nel discorso “religione” hai fatto bene a entrarci (scriverne) in punta di piedi : non mi piacciono gli invasati che ostentano la loro fede e parlano di dio come se ci mangiassero assieme tutti i giorni.
Mentre leggevo avevo il timore : “adesso parte…. ancora 2 righe e vedrai che parte….” 😀
Io ritengo che la religione debba essere una cosa molto personale, al contrario di come da sempre l’ha trattata il genere umano (cerimonie, riti collettivi, ecc).
E ,nonostante io in cuor mio mi consideri molto religioso, esternamente sono un gran blasfemo. Anche perchè……. ho sempre paura di finire come un invasato qualunque.
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La Religione, o meglio il senso religioso, è la cosa più personale che c’è. Solo tu ne conosci dimensioni, ampiezza e magnitudine.
Ed è per questo che quando qualcuno ti propone una risposta, devi dubitare.
Devi farlo se ti propongono un metodo di giudizio esterno.
Devi essere incuriosito se invece ti viene chiesto di paragonare la proposta con quello che senti tu dentro e verificare. Se questa proposta poi allarga il tuo punto di vista invece di settorializzarlo, come fanno appunto le Sette.
Ma la proposta, per essere presa in considerazione, deve rispondere a un tuo bisogno.
Se tu hai fame e vedi il pezzo di pane, lo assaggi e decidi che è per te.
Se non hai fame e ti propongono la focaccia barese con i pomodori beh.. allora sarà cattiva.
Non devi aver paura di essere invasato… sei tu che decidi su queste cose, non gli altri, altrimenti la proposta puzza di marcio.
Un abbraccio.
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In bocca al lupo per la tua mamma, vi auguro il meglio 🙂
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Grazie mille, spero che il lupo crepi.. 🙂
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ovviamente forza mamma. Ovviamente forza anche tu…speriamo arrivi il sole. Il viaggio non è solo arrivare a destinazione, ma il cammino, la strada, il percorso che ci divide per raggiungere quella meta. questo è quello che vedo in questo pezzo, questo è quello che intendo per viaggio. un abbraccio.
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Grazie Ame,
Aggiungo a quello che hai detto tu, e che condivido.. è che non è tanto quanti km fai, ma come te li gusti. E, in questa situazione, io posso solo guardare alla qualità. Ed è forse un richiamo alla nostra stessa vita, quello di non buttare via il tempo perchè non siamo noi che decidiamo se vivere un minuto in più.
Un abbraccio,
Ale
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