Un pomeriggio, dopo la sigaretta presa fuori nel cortile dell’hospice.
Io e mio fratello la rimettiamo sul letto, è affaticata.
Stanca, forse stufa.
Si rivolge a mio fratello, e gli chiede: “Michele, secondo te quanto mi rimane da vivere?”
Sento qualcosa che cade dall’alto e finisce sul fondo, fracassandosi.
Che invece di fare un grande rumore produce un silenzio che assorbe tutto, che implode trascinando con se un grande pezzo di anima.
Per la prima volta nella mia vita vedo mia mamma che ha paura.
Anzi, non è paura. E’ la fine della volontà di combattere, è la perdita della speranza.
E’ la consapevolezza che ormai non c’è qualcosa che possa raddrizzare la pendenza di questo scivolo, e che alla fine di quest’ultimo c’è qualcosa di nero e sconosciuto.
Incrocio lo sguardo di mia moglie e lei mi capisce.
Mio fratello reagisce con amore e le dice: “Mamma, ma che discorsi sono? Non ti preoccupare e cerca di stare bene adesso”.
Lo sento sicuro, consolante.
Quanta vita ho sprecato nell’orgoglio, nel non cercare tutto il bene possibile con la mia famiglia.
Quanta ricchezza c’è nella mia famiglia a cui non ho attinto solo perchè pieno di me.
Adesso che una fastidiosa e calda lacrima scende sulla mia faccia penso che la vita è troppo bella e breve per perdere tempo con l’orgoglio.
Mi ci è voluto un maglio nello stomaco per capirlo, qualcosa di più forte della mia testa dura.
Ripartiamo.
Mi dispiace per la tua situazione. In questi casi i commenti sono superflui, però mi ha colpito l’idea dello spreco.Mio nonno è morto in un incidente stradale, un attimo prima stava guidando verso il circolo, l’attimo dopo era morto. Oltre al dolore lancinante, ho sentito la sensazione di aver sprecato tempo, di aver pensato a inseguire i cambiamenti del mio io, invece di passare del tempo con lui e dirgli tutto quanto bene gli ho voluto e continuo a volergli. Se tornassi indietro, ascolterei di più i suoi racconti, non sbufferei quando mi ripeteva le cose cento volte… Rivivrei quei singoli attimi che un tempo mi parevano banali e che oggi mi appaiono irripetibili. Mi illudevo che avremmo avuto tanto tempo, che ci sarebbero stati tanti altri Natali, che avremmo riso altre volte, invece no, abbiamo poco tempo. Non c’è tempo per sprechi. La vita ha questo modo talvolta crudele di dirci le cose. Ho imparato che, nella vita, basta una folata di vento a disperderci, quindi anche un singolo secondo è importante. Ti sei accorto in tempo dell’importanza della tua famiglia e avrai il privilegio di tenerle la mano nei giorni che le rimangono, di dirle quello che provi e di infonderle la speranza che le è venuta a mancare. Alla fine mi piace pensare che non si tratti di un addio definitivo, ma, di un arrivederci. Forza e coraggio
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Cara Alba,
ho scritto queste cose non in ordine cronologico, ma nei momenti in cui esse emergevano dalla crosta che mi sono creato per non sanguinare di continuo.
Questa riflessione l’ho scritta qualche giorno dopo la morte di mia mamma.
Il senso di quello che scrivi è quello che ho voluto trasmettere: la vita ci sembra eterna perchè noi non accettiamo il fatto che essa abbia una fine.
Più si è giovani più è difficile comprenderlo. Quando avevo 13 anni mio padre morì improvvisamente di infarto.
Da allora ho vissuto il rimpianto delle cose non dette e non fatte. E spesso anche delle volte che avrei voluto averlo vicino, in tutti i passaggi della mia vita.
La malattia che ha portato via mia mamma mi ha dato la possibilità di stare con lei, di parlare, di salutarla, di farle godere i nipoti.
Ma ancora adesso ho il rimorso per tutte le volte che l’orgoglio si è messo di mezzo, e ogni volta che mi ritrovo nelle situazioni in cui ormai ero abituato a chiamarla ecco che la realtà, pesante come il piombo, mi ricorda che non posso più farlo.
Non le posso raccontare delle ferie di Pasqua o chiamarla durante una trasferta. Non le posso dire delle marachelle che hanno combinato i miei ragazzini.
Convivo con la certezza che lei di lassù le veda tutte, ma non posso fare a meno di essere triste quando penso che vorrei sentire ancora la sua voce e tenere la sua mano.
E non pensare di te che non sei stata cercata e quindi meno amata. Ci sei, quindi qualcuno si è amato e ti ha amato e cresciuto e ti ama ancora, per quella che sei. Lascia perdere le frasi maldestre di noi genitori, incapaci della coerenza e della perfezione ma amanti dei figli nei fatti.
Ti abbraccio,
Ale
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Ciao, mi dispiace per la tua perdita. Ti seguo da poco e non avevo colto. È triste non potere condividere le proprie gioie e le proprie tristezze con quelli che ami, soprattutto quando, a volte, li hai dati per scontati. Comunque mi piace vivere con l’idea che i nostri cari non cessino mai di ascoltarci, di vegliare su di noi… sulla questione dei genitori ti do ragione: i miei sono stati incoerenti, talvolta maldestri, ma essenzialmente in buona fede. Noi figli spesso siamo irriconoscenti e ci attacchiamo a ciò che non hanno fatto, invece di pensare agli aspetti positivi. Mia mamma mi ripete sempre: “Se avrai un figlio, capirai quanto è difficile essere genitore” e probabilmente ha ragione.
In bocca al lupo per tutto
A.
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Mi spiace per la tua perdita, so bene di cosa parli. Anch’io ho subito la perdita improvvisa di mio padre quando avevo 17 anni e da allora ho avuto molti rimpianti per non aver fatto o detto cose che sono rimaste dentro di me. Come giustamente scrivi quando siamo giovani non pensiamo che la vita possa terminare da un giorno all’altro e probabilmente in modo inconscio rimandiamo sempre a domani certe cose da dire o da fare. Speriamo solo che l’amore che abbiamo provato per i nostri genitori quando erano in vita ci faccia perdonare i nostri errori.
Un saluto
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La Signora Gump aveva ragione parlando dei cioccolatini. Il passato è intoccabile, ed è tale la voglia di poter usare l’esperienza prima del fatto che l’ha generata che la fantascienza è piena di viaggi nel tempo. Quello che ci rimane da fare è portare la nostra esperienza agli altri, e usarla per noi con le persone che amiamo. Amare e stare vicino agli altri richiede un gran lavoro di manutenzione, a volte ordinaria e a volte straordinaria. E sugli errori… capisci che sono tali solo dopo e comunque non ci puoi fare niente. Quindi assolviti, Mr. Loto.
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