Stasera ho preso una quantità d’acqua fenomenale tornando a casa. Picchiava, cadeva a gocce pesanti e fredde, forti al punto da sentirle sulle protezioni della giacca. Mi sono accucciato sul serbatoio per proteggermi un poco dalle secchiate e ho sentito bene il rumore del motore che ronfava sornione. Il tepore di lei che mi regalava un po’ di conforto mentre il faro apriva la notte tra un miliardo di gemme che cadevano sulla strada lustra. E ho pensato che amo andare in moto, perché ti restituisce la vita senza filtri, senza protezioni, e così te la puoi gustare tutta.